martedì 1 giugno 2010

di chi è la sella del diavolo

Pubblicato su Il Sardegna del 22.4.2010

Di chi è la Sella del Diavolo? E la Torre di Pisa? Di tutti, direte correttamente, e quindi di nessuno. Tutti possono liberamente prendere il sole nella spiaggia cittadina, tutti scattare una foto mentre fingono di reggere la Torre pendente con la mano e, se per caso un imprenditore decidesse di aprire un albergo o un ristorante sulla spiaggia cagliaritana, potrebbe ben chiamarlo “Hotel Poetto” o “Ristorante La Sella del Diavolo”.

Il Governo, tuttavia, il 16 aprile scorso, ha introdotto di soppiatto una bomba in questo sistema idilliaco. Gli enti territoriali possono ora registrare come marchio i beni facenti parte del patrimonio storico, culturale e paesaggistico nazionale. Nel decifrare questa oscura previsione normativa non bisogna farsi ingannare dalla natura pubblica degli enti che potranno registrare i marchi in esame: la sostanza è che un bene in precedenza “comune”, di tutti, viene oggi privatizzato. Il ristoratore che volesse riprodurre la Sella del Diavolo sul proprio menu sarà costretto a pagare le royalties, e così pure l’imprenditore immobiliare che dovesse mettere in vendita una lottizzazione “Mari Pintau” dovrà pagare i diritti all’ente che avrà registrato il relativo marchio.

In sostanza, si tratta di una nuova tassa che andrà a gravare sugli imprenditori a beneficio degli enti territoriali, seppur “contrabbandata” come strumento di valorizzazione del patrimonio culturale nazionale. Ma non basta.

A partire da domani il vero problema sarà: di chi è il Poetto? chi potrà registrare il relativo marchio? Il Comune di Cagliari o di Quartu S.E. ? O forse la Provincia di Cagliari? Il rischio è che si vada verso una corsa alla registrazione dove il più veloce, o il più furbo, o il meglio assistito, avrà la meglio. E, così, infine, anche il Colosseo, che in passato tanti hanno provato a vendere, potrà ora essere legittimamente venduto dal Comune di Roma ad una multinazionale americana.

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